Luxembourg Art Price 2023
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L’albero della vita e della morte di Florido Pontani, 1970
Olio su tela, H. 95 x L. 85 cm
Protagonista del quadro è l’albero della vita, simbolo del libero arbitrio che ogni uomo ha fin dalla sua nascita: questo albero è accompagnato da due figure, la prima sulla sinistra è un impiccato, la seconda è una figura che si affaccia in atteggiamento di cautela e quasi timore.
L’impiccato rappresenta la morte per droga: i suoi colori sono il bianco scheletrico delle ossa e il blu scurissimo della vita che si perde, che scorre via. L’altra figura, viva e timorosa, ha i colori della vita – il rosso del sangue che scorre – ed osserva ciò che è accaduto. E accanto a quest’ultima figura ancora viva si posizionano due elementi simbolici potenti: la scacchiera che lo invita all’ultima partita con la vita, come ha fatto il suo amico che non ce l’ha fatta, e una strada, un sentiero, che corre veloce accanto a lui e che lo invita a vivere il percorso della vita in piena coscienza e rettitudine - le linee di questa strada sono ben delineate e dritte, prive di curve.
L’albero della vita, vivo, colorato, rigoglioso, sempre fiorito, accogliente e invitante, sovrasta entrambe le figure, tuttavia assumendo significati totalmente diversi per entrambe. L’impiccato è un drogato che utilizza le droghe allucinogene, LSD, per creare uno stato di euforia e un’illusione di felicità, una realtà che non è reale: l’albero ha posto le opzioni della scacchiera e del sentiero ma l’alterazione ha preferito giocare l’ultima partita illusoria di una vita migliore, conducendolo alla morte. L’altra figura, ancora viva, è in un atteggiamento di osservazione: sembra proteggersi in parte dietro all’albero dalla scacchiera e contemporaneamente dirigersi verso il percorso della vita, perché volge lo sguardo ad esso.
Corre il 1970. Sono gli anni delle contestazioni studentesche in Italia ma anche del movimento hippie che introduce l’uso delle droghe leggere e psichedeliche, tra cui principale protagonista è l’LSD. Sebbene le intenzioni pacifiste e non violente di questo movimento siano oggi condivise, altrettanto è certo che l’uso delle droghe altera lo stato di coscienza sul presente, è pericolosissimo per la vita dell’uomo: credere di vivere un bellissimo momento di vita in uno stato di alterazione e allucinazione crea una disconnessione potenzialmente distruttiva con la realtà che vede nella morte l’atto conclusivo, incosciente e irreversibile.
Ecco così che l’albero della vita diventa anche della morte perché giocare con la vita in una dimensione che non è reale, come quella prodotta dalle droghe allucinogene, non permette sempre di vincere la partita.
Piccola curiosità: il quadro è firmato Florido, scritto in alfabeto italiano. Questo anno, il 1970, sarà l’ultimo in cui l’artista si firmerà così: infatti la futura produzione artistica vedrà la firma scritta in etrusco antico.